Cioè LORO votano,
quelli con il passaporto rosso…io sto a guardare…
Questa volta il tema è scottante, mi riguarda e mi
interessa.
E’ stata lanciata
dal SVP (il Volkspartei svizzero, il partito della gente) la campagna contro l’
“Einwanderung” cioè contro l’immigrazione massiccia che sta avvenendo negli
ultimi anni, vista la crisi negli altri Paesi Europei. Praticamente l’iniziativa
prevede che la Svizzera, come già altre nazioni (una fra tutte l’Australia),
ponga dei tetti limite al numero di immigrati ammessi.
E’ in atto un
grande dibattito, tra i partiti, tra la gente; uno di quelli che non ha mai
fine, di quelli dove nessuno ha veramente ragione e nessun’altro torto...
Immigrazione si; immigrazione no. E’ un po’ come quei grandi quesiti
esistenziali senza risposta: “Dio esiste?”; “E’ nato prima l’uovo o la gallina?”;
“Ma Belen ci è o ci fa?” cose cosi, per intenderci..
C’è chi (UDC) teme
che dire si all’immigrazione in massa –elegantemente chiamata “libera
circolazione delle genti”- prevista dai trattati bilaterali tra Svizzera ed UE
sia un po’ come abbassare la testa di fronte alle imposizioni travestite da accordi
che arrivano dall’Europa; che negare la libera circolazione possa ripercuotersi
negativamente sulla Svizzera e sulla sua economia che, per forza di cose, ha
parecchi scambi con i Paesi oltrefrontiera.
C’è anche chi (PPD)
pensa che la Svizzera non sarebbe diventata il Paese che è senza gli immigrati;
che la ricchezza della Svizzera e la sua prosperità siano anche frutto della
mandopera straniera.
La pensa cosi
anche la maggioranza del Parlamento.
Per questo dicevo
un quesito da bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto...perchè probabilmente queste
due correnti hanno ragione entrambe; perchè forse è vero che la Svizzera non
sarebbe la Svizzera senza l’aiuto di quei tanti italiani (per esempio) che
arrivarono qui dopo la guerra e fecero la loro parte (anche se non sempre,
nemmeno allora, vennero accolti a braccia aperte); ma forse è anche vero che
pochi stranieri o tanti un po’ di differenza la fa (e io sono l’ultima a dover
parlare, ovviamente).
Lo abbiamo visto
anche in Italia, un Paese in generale piuttosto esterofilo. Finchè gli
immigrati erano pochi erano bene accetti, facevano folclore, suscitavano
interesse, scambi culturali. Quando hanno iniziato a diventare tanti gli animi
si sono scaldati e i punti di vista sono cambiati. Credo sia normale. Noi non
siamo l’America, non siamo nati già cosi, misti. L’Europa è stata qualcosa di
veramente ben distinto fino a vent’anni fa, forse trenta. E lo è ancora, grazie
a Dio. Già solo il fatto che nei nostri Paesi si parlino lingue diverse e non
una sola, come negli Stati Uniti, la dice lunga. Credo sia normale che per noi
europei i tempi di integrazione e di globalizzazione siano piu’ lunghi. Io,
personalmente, spero che non diventeremo mai come gli Stati Uniti (cosi, per
inciso).
Non sono un’esperta
di economia, per cui non sono in grado di dire se davvero la Svizzera
perderebbe dei privilegi economici e di circolazione merci all’interno dell’Europa
nel caso in cui l’iniziativa passasse.
E non sono
nemmeno in grado di dire se a livello di conoscenze, abilità e competenze gli
stranieri siano davvero un apporto essenziale per un Paese piccolino come
questo. Forse si...
Nella mia
ignoranza, staro’ a vedere come va a finire il 9 Febbraio, quando i cittadini
saranno chiamati a decidere per il loro Paese.
Stay tuned ;)
Gio
P.S. questo post
non intende di certo trattare il tema in maniera esaustiva; come già detto, non
ne ho i mezzi; è solo un tema su cui riflettere.
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