Fa sorridere, e siccome
per la prima volta da quasi tre anni ho girato l’angolo e ho iniziato a vedere
le cose da un’altra prospettiva, questo giochino mi ha fatto pensare a quali
fasi io abbia vissuto da quando sono qui.
A dire la verità
non molte...sono stata fase 5. e 7. per quasi tutti questi tre anni...un po’
perchè ho iniziato a lavorare il giorno dopo che sono arrivata qui, e quindi
non ho avuto molto tempo per permettermi di passare attraverso varie fasi né
tantomeno di analizzarmi/le perchè ero troppo impegnata a conoscere un Paese
nuovo, un lavoro nuovo, una azienda nuova, nuove persone, un nuovo stile di
vita ecc... e poi perchè la mia vita privata è passata attraversato un paio di
cicloni in due anni e quindi davvero non era il caso di fare tanto i filosofici
e mettersi ad analizzare stati d’animo, fasi dell’integrazione, bilanci sull’espatrio...
Oggi, invece, che
sono piu’ tranquilla (?) e ho messo qualche punto fermo nella mia vita (??) ho
tolto le lenti rosa che la Svizzera dà in dotazione a chi arriva da Paesi
sgangherati come il mio e sono in piena fase
6. RECONSTRUCTION & WORK THROUGH.
Ci sono dentro
fino al collo! Sto completamente rivalutando ogni cosa che vedo, sento, leggo,
ogni comportamento, ogni abitudine, ogni regola, con un senso critico
affilatissimo e categorico.
Continuo ad amare
Zurigo come quando l’ho vista la prima volta e l’ho scelta come meta di vita,
le cose che mi piacquero di piu’ allora
sono ancora quelle che mi piacciono di piu’ oggi, quelle di cui godo con
maggior enfasi perchè sono quelle che me l’hanno fatta scegliere e quelle che
mi fanno decidere di restare (ancora un po’). Ma adesso è diverso. E’ come se
avessi avuto l’accesso al backstage, adesso vedo quello c’è dietro, sempre di
piu’ e sempre piu’ chiaramente...e tutto nel giro di un trasloco...
A volte mi sento
un po’ il Tom Cruise di Jerry Maguire che dopo una sbronza riceve un’illuminazione
su un sacco di cose...solo..senza la sbronza! (dovro’ rimediare) ;) Un’illuminazione analcolica la mia, quindi,
ma pur sempre un’illuminazione! Non che questo cambi granchè la mia routine
quotidiana, ma un po’ di consapevolezza in piu’ in tasca non fa mai male!
Auguro a tutte le
ragazze italiane che stanno arrivando di poter avere la stessa esperienza di
espatrio che ho avuto io perchè avere un’epifania dopo tre anni ti trova già
pronta con gli strumenti per affrontarla. So che molte arrivano qui con mille
speranze e aspettative ma anche con mille paure e dubbi. Tante purtroppo non si
lasciano mai indietro veramente l’Italia e questo non aiuta l’integrazione che già
di per sé è una cosa moooolto soggettiva e dipendente da un tal numero di
fattori che è impossibile farne una scienza esatta, se poi ci si mette a fare
confronti con il nostro passato (perchè di questo si tratta) o con le nostre
abitudini si entra in un circolo vizioso la cui forza centripeta ci respingerà per
forza indietro da dove siamo venuti.
Nelle ultime
settimane ho ricevuto alcune richieste di informazioni da persone che vorrebbero
venire in Svizzera, o che stanno per venirci; a tutti ho detto: non pensate di trovare
una little Italy, venite preparati e soprattutto non venite per fuggire da
qualcosa, non funzionerebbe...
Non bisogna
dimenticare che la Svizzera è si un Paese molto piccolo, ma pur nella sua
piccolezza è uno dei piu’ multietnici (d’Europa? del mondo?). La Svizzera è
formata non solo da tanti piu’ o meno piccoli cantoni già molto diversi tra
loro, ma è fatta anche tanto dai Paesi che le stanno intorno (Francia,
Germania, Austria, Italia) e dai tanti tanti stranieri che arrivano qui da OGNI
parte del mondo. Percio’ bisogna venire con lo spirito giusto, con la curiosità
e l’apertura verso tutto cio’ che di nuovo si incontrerà (e ci sorprenderà)
lungo il cammino.
Quindi, buona
fortuna a tutti gli expat-to-be!
Gio
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